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La distanza

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C'e' la tua Turchia, Nazim, alla TV
ora che la distanza e' colma
e piu' nessuno sfiora il ginocchio
sotto il tavolo disadorno,
non ce' piu' l'abitudine di camminare nei viali
osservando l'accadere del mondo
da una mano che si scalda in un’altra.
Non c'e' una Russia
ne' altari diversi
ne' alti meriti dell'avvenire
ne' figli da abbandonare
sono gia' tutti abbandonati sulla balaustra del mondo
lo hanno tutto in faccia
e non conoscono in fondo
i timbri di voce
ne' i volti scolpiti
che una volta temevamo da piccoli.
Non piu' ninnananne
ne' cantilene
ne' rime
ci provano i ragazzi dal sorriso storto
a mettere anello dopo anello
le cose del mondo in una collana
ma sono troppe e non ci stanno
e cosi la collana cade sulla spiaggia
e le cose del mondo tornano alla sabbia
ai granelli e in fondo al mare.
E non e' piu' il mare di un tempo
non ha canzoni
ne' le vele significano qualcosa
portano guerra e malfamate nuove
portano le tracce e i feriti di un mondo che sta morendo
ancora un po' troppo lontano
per sentire i passi della morte appena fuori citta'
li conoscono gia' le isole remote nel mare
i ponti,le strettoie,i varchi
loro si' ascoltano gia'
i passi affrettati
di chi scappa dalla fine.
E' qui in TV,
Nazim, la tua Turchia
e ha uno strano bagliore di sangue.

 Annalisa Scialpi - 18/08/2022 13:49:00 [ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]




Credo che questa sia vera poesia. Anzi, Poesia.

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