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al testo di Federico Gueli
La distanza
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C'e' la tua Turchia, Nazim, alla TV ora che la distanza e' colma e piu' nessuno sfiora il ginocchio sotto il tavolo disadorno, non ce' piu' l'abitudine di camminare nei viali osservando l'accadere del mondo da una mano che si scalda in un’altra. Non c'e' una Russia ne' altari diversi ne' alti meriti dell'avvenire ne' figli da abbandonare sono gia' tutti abbandonati sulla balaustra del mondo lo hanno tutto in faccia e non conoscono in fondo i timbri di voce ne' i volti scolpiti che una volta temevamo da piccoli. Non piu' ninnananne ne' cantilene ne' rime ci provano i ragazzi dal sorriso storto a mettere anello dopo anello le cose del mondo in una collana ma sono troppe e non ci stanno e cosi la collana cade sulla spiaggia e le cose del mondo tornano alla sabbia ai granelli e in fondo al mare. E non e' piu' il mare di un tempo non ha canzoni ne' le vele significano qualcosa portano guerra e malfamate nuove portano le tracce e i feriti di un mondo che sta morendo ancora un po' troppo lontano per sentire i passi della morte appena fuori citta' li conoscono gia' le isole remote nel mare i ponti,le strettoie,i varchi loro si' ascoltano gia' i passi affrettati di chi scappa dalla fine. E' qui in TV, Nazim, la tua Turchia e ha uno strano bagliore di sangue.
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